Il mio percorso professionale e umano

Non ho sempre saputo con certezza chi volessi diventare o cosa volessi fare “da grande“, ma sin da piccola - cresciuta nella provincia emiliana - sentivo forte il bisogno di capire le persone, di proteggerle, di ascoltarle.

Dopo aver conseguito il diploma in un istituto tecnico che mi forma come "Perito Aziendale Corrispondente in Lingue Estere", mi sentivo ancora in cerca. In tutta onestà non ero brava a seguire le regole, i compiti, le aspettative; non riuscivo a riconoscermi davvero in nessuna di quelle strade che mi venivano indicate e proposte.

Così ho iniziato un cammino che, all’apparenza, sembrava frammentato, ma che oggi riconosco come un filo rosso, profondo, coerente e trasformativo.

La prima scelta è stata quella di iscrivermi al corso di laurea sociologica “Scienze dell’Investigazione e della Sicurezza”. Era il modo più vicino, in quel momento, per assecondare il mio bisogno di giustizia, equità, rispetto per l’altro e soprattutto per conoscere e per rispondere alle domande sul mondo e sulla società che abitiamo tutti, tutti i giorni. E’stato anche un modo per restare in una zona sicura, senza rischiare troppo nel mettermi in gioco davvero, ad una età dove il mondo, ai più, fa molto paura.

Col tempo, e grazie alla formazione del primo corso di laurea, ho capito che quella spinta verso la giustizia non era teorica né astratta. Era un’urgenza emotiva e relazionale.

Volevo capire come si cresce, come si cambia, come si cura. Volevo aiutare chi si sente ai margini, chi lotta per farsi capire, chi non ha parole pronte per raccontarsi.

Concludo così il corso di laurea, scrivendo la tesi sull’argomento che aprirà realmente le porte all’amore per questa disciplina “L’educazione dell’intelligenza emotiva e la prevenzione della devianza”.

Scelgo così di approfondire e intraprendere un nuovo percorso, più vicino a me e decisamente più sostenuto dalla passione e un profonda motivazione. Mi iscrivo al secondo corso di laurea in “Scienze dell’Educazione” nel quale faccio la scelta di formarmi nello specifico nella fascia 0-3 anni (periodo fondamentale per la costruzione dell’identità di ogni persona) e concludo il corso scrivendo la tesi su “Lo sviluppo emotivo nella fascia 0-3 anni e il ruolo educativo nel nido d’infanzia”. Tramite questo percorso comprendo come la cura, la sensibilità e la costanza siano fondamentali per il benessere del bambino, ma anche quanto sia importante ricevere questi aspetti da tutte le figure di riferimento, dai genitori, dai parenti e anche dalle figure educative nei contesti scolastici e sociali. La cosa più bella che imparo è quella di accompagnare il genitore, senza giudizio ma con la stessa sensibilità, cura e costanza di cui hanno bisogno i bambini per crescere sereni.

Dopo aver appreso così tanto però, la mia curiosità non si appaga, anzi. La necessità di approfondire si fa ancora più forte e decido di iscrivermi al terzo corso di laurea magistrale in Psicologia Clinica.

Un passo che non ho preso alla leggera, e che ha segnato finalmente una scelta piena, libera e radicata.

Aver compreso le prassi di una buona educazione e cura mi ha fatto desiderare ancora di più di aiutare adolescenti, giovani adulti e adulti in difficoltà con alle spalle situazioni in cui quella cura non è arrivata nei modi desiderati o è arrivata in quantità eccessiva soffocando la persona come una valanga, o non è arrivata in quantità sufficienti lasciando un bisogno costante di amore. Concludo il corso scrivendo la tesi su un tema molto attuale e che mette in relazione tutte le tesi universitarie, intrecciando tutta la formazione teorica appresa fino a quel momento: “Dipendenza affettiva patologica: dal primo legame di attaccamento alla violenza relazionale”.

Dopo aver effettuato un lungo tirocinio obbligatorio dopo la laurea, sostengo l’esame di stato necessario ad abilitare i laureati in psicologia alla professione. Dopo aver sostenuto e superato l’esame, mi iscrivo all’ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna con numero di iscrizione 12456.

(E’ molto importante, per la vostra sicurezza, che ogni qual volta vi approciate ad un professionista, sia visibile il numero di iscrizione all’albo e che verificandolo nella pagine dell’albo di riferimento possiate trovare il professionista corrispondente).

Dopo questo lungo, entusiasmante e faticoso percorso scelgo di continuare la mia formazione. Purtroppo o per fortuna più si studia e più si comprende quanto il mondo delle conoscenze sia vasto e quanto si sappia sempre troppo poco, o per lo meno questo è ciò che mi fa credere la mia curiosità che non sembra percepire battute di arresto! Al di là della mia curiosità però, la professione dello psicologo richiede una formazione continua per continuare ad rimanere aggiornati sui nuovi studi e sulle nuove tecniche per aiutare in modo sempre migliore le persone che accogliamo nel nostro studio.

Ad oggi quindi, ho scelto di essere una Psicoterapeuta in Formazione; sono iscritta alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale di Terza Generazione – AcaBS, sede di Reggio Emilia. Questa specializzazione mi sta formando come Psicoterapeuta e come Psicologa Giuridica con particolare riferimento allo sviluppo e all’adolescenza,

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Durante questo lungo cammino non ho vissuto solo nei libri.

Ho lavorato in contesti educativi, sociali, scolastici, sanitari. Ho fatto esperienza di cosa significhi far parte di una comunità di minori adolescenti con disturbi di personalità e traumi relazionali, di come si vive in una residenza adulti con disabilità intellettive e relazionali, ho scoperto il mondo sommerso a cui si accede lavorando all’interno dei servizi sociali e ho sperimentato il funzionamento dei servizi gratuiti offerti agli adolescenti e giovani adulti presso il consultorio dell’ausl.

Prima e durante i primi studi ho vissuto anche nei luoghi lavorativi più “comuni” della vita: quelli dove si fa fatica, dove si tirano avanti le giornate, dove si impara cosa significa davvero guadagnarsi uno spazio, affrontare un limite, tenere duro.

So cosa significa sentirsi stanchi, sopraffatti, pieni di domande. So cosa vuol dire dover scalare pareti emotive, o cercare un’uscita da un buco che sembra chiudersi. E so anche quanto coraggio serva per iniziare un percorso, non per “sistemarsi”, ma per conoscersi davvero.

Oggi, nel mio lavoro di psicologa e nella mia formazione come futura psicoterapeuta, cerco ogni giorno di offrire quello spazio che a me sarebbe servito:

uno spazio dove non ci si sente sbagliati, ma accolti e accompagnati con cura e onestà.

Mi appassionano da sempre i temi dell’educazione emotiva, dell’attaccamento, del trauma relazionale, della neurodivergenza e della psicologia giuridica.

Credo in una psicologia che non giudica, non etichetta, ma accompagna, e che sa proporre anche strade nuove, non sempre tradizionali; per educare, sostenere e amare.

Il mio è un percorso costruito con fatica ma con intenzione, nato da desideri sinceri e nutrito da esperienze che oggi sono parte viva del mio lavoro.